Ogni materiale lavorato ha un impatto ambientale. Bisogna partire da questo presupposto per individuare non il miglior materiale in assoluto ma la migliore soluzione caso per caso. Quando si parla di contenitori di liquidi, come bottiglie e latte, i materiali che vengono in mente sono la plastica, il vetro e l’alluminio.
La plastica subisce una fama non certo lusinghiera per quanto riguarda l’ambiente. Tuttavia, per capire se questa condizione sia aderente alla realtà bisogna fare dei paragoni con gli altri materiali considerati ecosostenibili. Il vetro e l’alluminio sono quelli più utilizzati per la realizzazione di contenitori di liquidi. Facciamo delle considerazioni su ognuno di questi materiali.
Al giorno d’oggi, il materiale più comune per le bottiglie di plastica è il polietilene tereftalato, meglio noto al pubblico come PET. Uno dei motivi principali che fa dubitare su questo materiale sono le risorse necessarie per produrle. Il PET è una resina polimerica composta da acido tereftalico e glicole etilenico, sostanze chimiche ottenute dalla raffinazione e dalla lavorazione dei combustibili fossili, petrolio e gas naturale. Sono usati per formare catene polimeriche che poi sono trasformati in pellet che a loro volta sono poi fusi per essere lavorati fino a diventare oggetti di ogni tipo, non solo bottiglie. Il processo di produzione prevede anche il consumo di una certa quantità di acqua, o in alternativa anidride carbonica, che serve per raffreddare il manufatto appena stampato.
Nonostante l’uso di materiale fossile e acqua per il raffreddamento bisogna considerare il minor uso di energia per raggiungere le temperature di lavorazione e stampaggio. Se nel caso del vetro le fornaci lavorano a 1700 gradi centigradi, nel caso del PET la temperatura di fusione è di “soli” 260 gradi. Calcolando il minor impiego di energia per arrivare alla temperatura di lavoro del PET allora questo materiale richiede meno impiego di carburante fossile.
La minore impronta energetica di una bottiglia di plastica, rispetto al vetro, la si ottiene anche grazie al peso contenuto. Un peso minore vuol dire poter trasportare più velocemente e con l’utilizzo di meno carburante, le bottiglie sia vuote che una volta riempite. Come accennato in precedenza, le bottiglie di plastica pesano circa 40 volte meno del vetro confrontando contenitori delle stesse dimensioni.
La moderna tecnologia e lo studio dei materiali hanno reso alcuni tipi di plastica, compreso il PET, riciclabili. Gli articoli di plastica restituiti vengono lavati e puliti, prima di essere frantumati e ridotti in scaglie. Queste ultime possono quindi rientrare nel ciclo produttivo e diventare un nuovo prodotto in plastica.
Il problema con il riciclaggio della plastica è quello che è chiamato degrado. La maggior parte dei prodotti viene riciclata solo una o due volte perché durante il processo il materiale subisce una rottura termica. Perde in qualità e non può essere trasformato nello stesso prodotto da cui proviene, a causa di attributi e qualità mutati. Ciò significa che, anche dopo diversi riciclaggi, è ancora probabile che la plastica finisca in discarica o, peggio, da qualche altra parte. Ma i recenti sviluppi accendono qualche speranza, guardando alle innovazioni che potrebbero riportare la possibilità di riciclare la plastica nelle loro materie prime.
Il vetro vergine è composto principalmente da sabbia silicea. Questa è la risorsa più estratta sul nostro pianeta principalmente per il largo utilizzo di questa materia prima nel settore dell’edilizia. Il problema con l’estrazione della sabbia è nel modo e nei luoghi in cui viene effettuata. Il dragaggio della sabbia da un fiume abbassa il livello dell’acqua, erode le coste e porta fino al drenaggio di parti di fiumi e dei laghi collegati. Ciò significa che habitat naturali importanti vengono distrutti e, ad esempio, gli uccelli migratori perdono i loro luoghi di nidificazione di approvvigionamento di cibo.
La produzione di una bottiglia di vetro è un processo relativamente facile. In primo luogo, i materiali, principalmente sabbia, vetro riciclato, carbonato di sodio, calcare e coloranti, vengono immessi in una fornace. Al raggiungimento della temperatura di 1700 gradi centigradi i materiali si fondono. La massa fusa viene poi pressata o soffiata fino a creare le bottiglie. Il processo di creazione di una bottiglia di vetro prevede un certo impego di energia per alimentare la fornace ma è comunque meno energivoro del processo di creazione di un contenitore in alluminio.
Uno dei maggiori svantaggi degli imballaggi in vetro è il loro peso. Trasportare delle bottiglie di vetro vuote, destinate alle aziende che le utilizzeranno, costa risorse. Una bottiglia di vetro da un litro ha un peso a vuoto che va dai 300 ai 900 grammi. Il paragone con il peso della plastica è schiacciante: una bottiglia in PET da 1,5 litri (il formato più usato nel settore dell’acqua minerale) pesa 9,80 grammi. Una lattina di allumino da 33 cl (il formato classico per le bibite) si aggira sui 16 grammi.
Il fattore del peso si traduce in maggiore costo di carburante per trasportare le bottiglie vuote dalla fornace all’azienda e poi nuovamente presso i punti vendita. Questo incide pesantemente a livello di impatto ambientale. Il vetro ha un’impronta ecologica più pesante di quello che si tende a credere
Grosso vantaggio del vetro è la facilità con cui può essere facilmente riciclato o riutilizzato. Le bottiglie destinate a bevande e alimenti sono riciclabili all’infinito, il che significa che il materiale difficilmente perde le sue caratteristiche fisiche. In questo processo, il vetro viene semplicemente scomposto in rottami che vengono poi sottoposti allo stesso processo del materiale vergine.
Il riciclaggio del vetro è molto interessante in quanto consente di risparmiare sui costi di estrazione e trasporto della sabbia silicea. Questo fa risparmiare fino al 50% di energia rispetto all’utilizzo di sabbia appena estratta.
L’alluminio è il metallo più comune sul nostro pianeta. Questo è dovuto alla sua facilità di legarsi facilmente con altri elementi e quindi si trova solitamente in composti da cui si può estrarre l’alluminio grezzo. La fonte principale è la bauxite, che consiste di silice, ossidi di ferro, biossido di titanio e 20-25% di ossido di alluminio. La maggior parte dei giacimenti si trova molto vicino alla superficie terrestre. Tuttavia, per procedere con l’estrazione del minerale l’area circostante deve essere ripulita da tutta la vegetazione esistente, rocce, ecc. Ciò distrugge gli ecosistemi locali e contribuisce alla perdita di habitat per diversi animali.
La produzione di lattine di alluminio dalla bauxite è un processo ad alta intensità energetica. Di contro, quando si producono lattine di alluminio partendo da lattine riciclate, si utilizza solo il 5% dell’energia, perché si escludono una parte dei processi iniziali che sono tra i più energivori di tutto il processo di produzione dell’alluminio.
La natura leggera e durevole dell’alluminio è una delle sue proprietà più sostenibili, in quanto consente di risparmiare molto sul consumo di carburante nel processo di trasporto.
Secondo molti studi e report le lattine di alluminio sono l’oggetto più riciclato al mondo. La facilità con cui le lattine possono essere riciclate è uno dei suoi attributi più importanti. La produzione di nuovo alluminio da scarti di produzione e vecchi prodotti a fine vita è chiamata produzione secondaria. L’alluminio può essere riciclato al 100% e mantiene la sua qualità per tutto il tempo. Questo processo consente inoltre di risparmiare molta energia rispetto alla produzione primaria. Le lattine possono così essere prodotte e riciclate a ciclo infinito, risparmiando sul consumo di energia e riducendo a lungo termine gli imballaggi in discarica.
Valutare correttamente quale sia il materiale migliore tra alluminio, vetro e plastica pota solo a una conclusione: nessuno di questi materiali è privo di un impatto ambientale. Per assurdo nessun materiale potrebbe essere considerato 100% ecologico. Ognuno di questi materiali ha i suoi pregi e difetti e purtroppo molti conducono una battaglia contro alcuni materiali e tecnologie associate avendo solo una visione parziale dell’intero processo industriale e delle risorse di cui si necessita per arrivare al prodotto finito.
La plastica in genere non gode di una buona fama ma è ancora oggi il materiale il cui processo di produzione è tra i meno dispendiosi in termini di energia. L’avvento poi delle nuove bioplastiche e altri materiali riciclabili sta portando questo materiale a un nuovo livello di sostenibilità.